Anche io detesto l'invasione delle k!
Di primo parere, la trovo una moda un po' da sfigatelli. Tra l'altro pochi giorni fa leggevo sul giornale che una università ha deciso di istituire "corsi di italiano corretto" per studenti, allo scopo di far fronte all'emergenza tesi di laurea (nota bene, tesi, non tesine da scuola media) che vengono scritte con abbondanza di "k", "nn" "xkè" "cmq". La cosa peggiore, è che i semianalfabeti che frequenteranno questi corsi si vedranno premiare con 2 crediti! (della serie, premiamo i somari e non i meritevoli).
Però è interessante indagarne un po' gli aspetti "sociologici". Io ad esempio ho notato che molto spesso chi abusa delle K fa anche ampio uso dei puntini di sospensione. Non vorrei sbagliare, ma penso si tratti di un espediente per contrastare la timidezza e l'insicurezza. (come poi molti dei comportamenti che implichino seguire fenomeni di massa o mode)
La prima volta che ho iniziato a vedere le K ero al liceo, seconda metà degli anni '90, nell'ambito delle "oKKupazioni". All'epoca penso fosse usato per accentuare la forza del concetto espresso... e mo' è diventato quasi gergo giovanile. Va comunque di pari passo con il progressivo impoverimento del bagaglio linguistico ed è un vero peccato, perchè l'Italiano è fra le più belle e ricche lingue al mondo.
E, dicono, a un bagaglio linguistico esiguo corrisponde tendenzialmente un altrettanto esiguo bagaglio di concetti.
Ragazzi, attenti alla "neolingua"!